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Deepwater Horizon: il più grave disastro ambientale nella storia degli
Stati Uniti.

Il 20 aprile 2010, nel Golfo del Messico in seguito all'esplosione della piattaforma off shore Deepwater Horizon della società petrolifera British Petroleum (BP), si verificò un imponente sversamento di petrolio che si prolungò per ben 106 giorni, determinando quello che ad oggi viene unanimemente ritenuto il più grave disastro ambientale nella storia degli Stati Uniti.

Nell'incidente morirono 11 persone, che stavano lavorando sulla piattaforma.
Solo Il 4 agosto 2010 la falla fu dichiarata completamente chiusa, grazie a ripetute iniezioni di fango e cemento. In più di tre mesi furono riversati in mare circa 780 milioni di litri di greggio: il disastro ebbe un impatto mediatico enorme grazie anche alla diffusione di una serie di video che mostrarono in diretta, tutto il giorno, per mesi, la continua e rovinosa fuoriuscita di petrolio da uno degli squarci della struttura sottomarina.(fig 1) Oggi , cinque anni dopo, i danni causati dal petrolio ai fondali e a migliaia di specie marine sono ancora incalcolabili. La società petrolifera proprietaria della piattaforma, ha pagato quasi 20 miliardi di dollari tra multe, risarcimenti e costi per ripulire le aree contaminate.

Le coste di Louisiana, Alabama, Mississippi e Florida furono raggiunte dall'enorme chiazza di petrolio, che galleggiò per settimane nel Golfo del Messico, prima di depositarsi sul fondale o sulle spiagge causando danni tuttora non calcolabili alle migliaia di specie marine, oltre che notevoli disagi e rilevanti perdite economiche ai pescatori che per mesi non poterono uscire in mare per la pesca e all'industria turistica balneare.

Nuove ricerche indicano che la fuoriuscita ha danneggiato un'area del golfo più vasta, e a maggiore profondità, rispetto a quella che si riteneva essere stata direttamente investita dal disastro, e i danni riguardano pesci, granchi e intere colonie di coralli

fig 1

 

Marco Pifferetti 2015