ANNI '70

Semestre freddo 1972-73.
Prima del gennaio 1973 non ho ricordi, lo confesso.
Una modesta nevicata da addolcimento cade per un'oretta abbondante nel tardo pomeriggio del 27 gennaio 1973, dopo un breve flusso da Nordest cui si va a sovrapporre uno scorrimento più mite collegato all'entrata sul Mediterraneo di una saccatura nordoccidentale: temperatura intorno a +2 °C e nessun accumulo.
I primi giorni del marzo 1973 sono caratterizzati dalla crescente influenza di impulsi freddi di origine artica convogliati da un'attiva saccatura scandinava: uno di questi causa una violenta ma breve nevicata temporalesca per una mezz'ora a metà pomeriggio del 9: larghe falde, forte Bora, temperatura in picchiata dagli iniziali +10 °C fin verso i +3 °C. Nessun accumulo.
Situazione sinottica molto simile anche nella fase centrale del mese successivo, aprile, quando un attivissimo fronte artico temporalesco transita nel primo pomeriggio del giorno 13 causando una violenta precipitazione a carattere di rovescio nelle prime ore pomeridiane la quale, di tanto in tanto, si trasforma in grossi e abbondanti fiocchi di neve bagnata; la temperatura cala bruscamente dagli iniziali +14 °C fin verso i +5 °C. Con tali valori termici nessun accumulo, ovviamente.

Semestre freddo 1973-74.
La fase finale del novembre 1973 è molto fredda con ripetuti afflussi di aria artica: una profonda depressione si scava al Sud e il Veneto rimane generalmente protetto dal maltempo. Tuttavia l'irrompere di un impulso freddo il 29 provoca estesi annuvolamenti con circa +2 °C, Bora debole o moderata e una modestissima precipitazione di gragnuola nelle ore pomeridiane, senza alcun accumulo.
Gli ultimi giorni del mese di febbraio 1974 vedono una estemporanea e non troppo incisiva estensione dell'alta pressione russa verso il Mediterraneo: il successivo sopraggiungere di una depressione dall'Iberia causa pochissime faville da addolcimento verso l'ora di pranzo e poi l'ora di cena del 1° marzo, senza nessun accumulo e valori termici intorno a +3 °C.

Semestre freddo 1974-75.
Nulla di nulla!

Semestre freddo 1975-76.
Finalmente si cambia registro! Gennaio freddo quello del 1976, con un VP molto disturbato dopo l'iperattività dei primi giorni; la ripetuta discesa di attive saccature artiche causa fra l'altro un bel temporale nevoso, con tanto di lampi, tuoni e raffiche di vento, nella sera del 24: la temperatura scende in un paio d'ore da +6 °C a +2 °C e la pioggia intensa si trasforma presto in una neve bagnata e sferzante che cade per circa 3 ore, dalle 20 alle 23; non si è registrato nessun accumulo, mentre ricordo benissimo le belle nuvole bianche che si rincorrevano veloci stagliandosi sul nero cielo notturno a fine episodio.
Tra il 26 e il 29 gennaio l'influenza artica si accentua e i valori termici calano sensibilmente; l'inserimento di un'attivissima depressione iberica in rapido spostamento verso Est-Nordest provoca i primi annuvolamenti la sera del 29; con temperature intorno a +1 °C verso le 10 del 30 inizia a nevicare a intermittenza, con una discreta ventilazione di Bora; questa bella nevicata da addolcimento si intensifica nelle ore pomeridiane, con temperature scese a circa 0 °C, raggiungendo il proprio acme verso le 19.00, quando si trasforma in pioggia sotto l'incalzare del vento marittimo risalente l'Adriatico. Accumulo di circa 5 cm. La circolazione depressionaria rimane comunque abbastanza fredda e nei giorni successivi, con temperature di +2 o +3 °C, si hanno altre 2 modestissime cadute di neve: una mezz'oretta di gragnuola la mattina dell'1 febbraio, nevischio misto ad acqua la mattina del 2.
Un'alta pressione continentale europea convoglia dopo il 10 febbraio 1976 un moderato flusso freddo sull'Italia: l'allungarsi di una saccatura dalle Isole britanniche verso il Mediterraneo occidentale la smantella il giorno 13 ma provoca una bella nevicata da addolcimento sulla nostra zona: nevischio e +3 °C verso le 16, poi rapida trasformazione in neve che cade moderata fino all'1 di notte, con valori termici poco superiori allo 0 °C e un accumulo di circa 4 cm.; poi diventa pioggia.
La nevicata più bella di questo triennio è quella del marzo 1976. Fin ai primi del mese un lembo dell'alta russa, ben spalleggiato da una depressione scavatasi sui Balcani, convoglia aria molto fredda sull'Italia. L'8 entra franca una depressione originatasi sulle Baleari e provoca una nevicata da addolcimento davvero notevole: il richiamo sciroccale alle basse quote è modesto, quasi ininfluente, così la neve cade indisturbata dalle 10 del giorno 9 per oltre 24 ore consecutive, con poche pause e valori termici che oscillano tra 0 °C e +2°C. E' una precipitazione spesso placida, a larghe falde, a tratti molto abbondante, che alla fine avrà depositato circa 15 cm. Qualche altro fiocco cade anche nel pomeriggio del 10.


Semestre freddo 1976-77.
Che bella la nevicata del 28 - 29 dicembre 1976! Senza dubbio si è trattato della nevicata più abbondante del decennio, e probabilmente trova posto, se non nella top 10, almeno nella top 20 dell'intero secolo. Dopo una fase abbastanza lunga caratterizzata dall'influenza di un attivo ciclone atlantico foriero di maltempo e aria molto mite dai quadranti meridionali, appena prima del Natale l'intera struttura depressionaria, molto indebolita, si porta verso i Balcani, favorendo un graduale abbassamento termico. Intanto un ramo dello sbrindellato VP, che a metà mese aveva favorito la fase caldo - umida sbilanciandosi verso l'Iberia, si spinge con vigore verso l'Europa centro - orientale, ben spalleggiato da una risalita anticiclonica che in pochi giorni crea una situazione di blocking atlantico; la porta occidentale è chiusa e si apre quella scandinava: diversi impulsi, con effetti più che altro favonici, si dirigono verso l'Italia, tanto che il 27 è una giornata bella ma davvero fredda su gran parte del Nord. Intanto il muro anticiclonico aveva mostrato una falla all'altezza del Portogallo e una piccola depressione, in conseguenza dell'entrata di aria instabile oceanica e di una goccia fredda antizonale dalla Francia, si era formata sulle Baleari; nel suo movimento verso Est-Nordest, aveva iniziato a pompare aria umida e mite verso il nostro paese. I primi strati compatti invadevano i cieli già nella notte, e nella prima mattinata del 28, con circa -1 °C, iniziava la nevicata, destinata a durare fino alle 20.00 del giorno successivo (!!!). Il 28 era segnato da una classica nevicata da addolcimento, con un cielo molto chiaro tanto da far intravedere il pallido disco solare, almeno fino a metà giornata. Le temperature salivano di un paio di gradi. Col sopraggiungere delle prime ombre pomeridiane la precipitazione si intensificava facendosi anche più grossa, e ammantava bene tutto il paesaggio, complice un ritorno delle temperature poco al di sotto dello zero. Intanto si scavava la pressione e un bel minimo andava a posizionarsi tra Toscana e Umbria, avvettando sempre più aria mite e umida che nella notte intensificava ulteriormente la nevicata, davvero molto fitta, ma allo stesso tempo alzava i valori termici sino a sfiorare i +2 °C; quando eravamo ai limiti della trasformazione in pioggia, ecco il colpo di scena: l'ennesimo impulso gelido in rotolamento dalla Scandinavia verso Sud - Sudest entrava di prepotenza nella circolazione depressionaria, nel frattempo traslata verso Est di quel tanto sufficiente a far cessare il richiamo caldo e a instaurare un flusso di intensa Bora scura che dal primo mattino del 29 trasforma la nevicata in un'autentica bufera: ore e ore di blizzard con temperature che tornano prossime allo zero e vento sibilante lasciano a terra un manto complessivo di quasi 25 cm. Nella notte successiva il tempo migliora, le temperature precipitano a - 4 °C, nella mattinata scende ancora qualche fiocco e in serata nuovo crollo termico fino a -8 °C. Comunque il flusso artico è finito, la breccia portoghese si è ormai aperta e il 31 entra una depressione con un flusso sciroccale che comunque, la sera del 31 stesso, ci regala un'ultima oretta di neve fina fina, destinata presto a divenire acqua.
Gennaio è avarissimo: rade e finissime faville, scese da un cielo oltretutto molto chiaro, si fanno vedere per circa un'ora a metà giornata il 20, con temperature comunque di +3 °C, grazie a correnti caldo - umide che fanno la barba a una depressione iberica tesa a scalzare un'alta pressione centroeuropea che aveva avvettato un po' di aria fredda nei giorni precedenti.
Per rivedere il bianco incanto bisogna andare alla fine di marzo: dopo un'onda di calore anticiclonica forse imbattibile, culminata il 24 con una massima di +25 °C (!), già dal 25 si nota una forte vivacità di una depressione che dalla Finlandia lancia una propaggine verso Sudovest andando via via ad abbracciare gran parte dell'Europa, mentre l'alta azzorriana rompe il proprio matrimonio con l'Africa e inizia a flirtare col Polo: la conseguenza è un rapido e intenso peggioramento che inizia tra il 27 e il 28 a carattere ancora caldo e umido, vista la disposizione sudoccidentale delle correnti; ma nella mattinata del 29 irrompe l'aria fredda che scava una profonda depressione proprio nel cuore del Mediterraneo: tracollo termico (da +13 °C a +4 °C in alcune ore), pioggia e fortissima Bora scura. Ciò prosegue anche il 30 quando, dopo una temporanea attenuazione dei fenomeni, nel pomeriggio l'intrusione di un nuovo bolide artico riattiva il maltempo con altre raffiche di Bora, riabbassa le temperature da +7 °C fino ai +2 °C serali, e proprio di sera, dopo alcune ore di fiocconi frammisti alla pioggia pomeridiana, cade una nevicata di circa due ore a carattere quasi di bufera, che però non imbianca.
Ultima segnalazione: una situazione sinottica molto simile si ripete anche a inizio aprile e alcuni conoscenti di Caorle giurano che il giorno di Pasqua (10/04/1977) lì è nevicato per alcune ore nella mattinata con apprezzabile accumulo al suolo. Io dove abitavo all'epoca (Mestre) non ricordo neve.

Semestre freddo 1977-78.
Un buon insediamento anticiclonico sull'Europa centro-orientale avvetta un po' di aria fredda tra il 3 e il 5 dicembre 1977 sull'Italia, subito incalzato da una penetrazione depressionaria atlantica che da occidente si fa strada convogliando aria mite e umida sopra il cuscinetto freddo il 6; risultato: breve e debole nevicata da addolcimento il 6 mattina, con valori termici poco superiori allo zero e lievissimo strato bianco prima della trasformazione in pioggia.
Avarissimo di neve gennaio: pochi fiocchi bagnati per circa 15 minuti la mattina del 18, con quasi +4 °C, a causa di una piccola goccia fredda inserita in un ampio ambiente depressionario atlanico.
Meglio va a febbraio. Si inizia con una breve e debole nevicata nella tarda nottata sul 2: alcune ore di neve moderata con un paio di gradi al di sopra dello zero, per un impulso all'interno di un letto depressionario umido e freddo, tipica situazione atlantica nodoccidentale. Appena 1 cm. di manto.
Prima del 10 un redivivo anticiclone nordeuropeo avvetta un po' di aria fredda verso l'Italia, così il 10 stesso l'entrata dell'immancabile depressione iberica è causa di una modesta nevicata da addolcimento nella mattinata, con fiocchi a intermittenza e due gran fiammate, una tra le 7.30 e le 8.00, un'altra tra le 13.00 e le 14.30, prima della trasformazione in pioggia che scioglie i 2 cm. scarsi di manto. Discreta ventilazione orientale e valori termici in progressiva risalita dagli 0 °C del mattino ai +2 °C delle ore centrali.
L'interazione fra correnti fredde avvettate da Est grazie all'allungamento dell'alta nordeuropea e le sempre più pronunciate spinte occidentali miti e umide è causa anche altre 2 modeste nevicate.
La prima si verifica il 16, con valori termici fra i +2 °C e +4 °C, e dura per gran parte della giornata, ma è debolissima, faville davvero rade e sottili spesso miste a pioggia. Si intensifica e diviene solo neve alla sera, tra le 19.30 e le 21.30, lasciando su auto e qualche tetto un leggerissimo strato.
La seconda avviene il 19, prodromo della franca, tiepida entrata delle depressioni atlantiche: unitamente a una certa ventilazione orientale, per gran parte della mattinata si alterna nevischio a pioggia, e per un paio d'ore nel pomeriggio nevica piuttosto forte, lasciando a terra un manto di un paio di cm.; i valori termici calano da quasi +4 °C della prima mattinata a +2 °C del pomeriggio.

Semestre freddo 1978-79
Dicembre si apre con ripetuti apporti freddi causati dal collasso del VP già a fine novembre: alte pressioni sbilanciate verso Nord e depressioni a zonzo tra il Mediterraneo e i Balcani, con temperature davvero basse. Il 7 si manifesta la franca volontà di entrata sul Mediterraneo di una complessa depressione atlantica capace di causare un'importante nevicata da addolcimento tra l'8 e il 9: è una nevicata placida, senza vento, con valori costantemente al di sotto dello zero di 1 o 2 gradi, che attacca subito e dura dal mezzodì dell'8 alla tarda nottata sul 9, con rari intervalli, il più lungo dei quali in serata, dalle 19.00 alle 21.15 circa. Quasi 10 cm. di manto.
Un forte anticiclone ben posizionato sull'Europa centrale è invece causa della nevicata da Bora scura del 19 e 20 dicembre: l'avvezione fredda, iniziata con cieli coperti, vento forte e crollo termico già il 18 (valori che scendono da quasi +9 °C del mezzogiorno a + 3 °C della sera), scava una depressione proprio sull'Umbria e il 19 è all'origine di una nevicata accompagnata da forte vento nordorientale e temperature comunque quasi sempre al di sopra dello zero da mezzo grado a quasi 3 gradi. La neve, davvero intensa nella prima mattinata, si alterna a pause, a fasi di pioggia, e dura con questi intervalli sino alla tarda notte sul 20. Il manto deposto a terra è stato di 5 - 7 cm.
Gennaio interessante quello del 1979: il Nordeuropa già a fine dicembre si era raffreddato in modo vistoso e un importante allungamento dell'alta russo-siberiana dominava in senso antizonale appena al di sopra del 50° parallelo; al di sotto flusso zonale mite e umido. L'1 gennaio la svolta: un imperioso innalzamento dell'alta azzorriana blocca la porta atlantica e, collegandosi con il dominio altopressorio gelido del Nordeuropa, fa tracimare l'aria freddissima verso il Mediterraneo. Tracollo termico e grande instabilizzazione, con numerosi minimi a zonzo per il Mare Nostrum; uno fa cadere poche e rare faville di neve il 4, fenomeno quasi inavvertibile, mentre l'entrata di una piccola depressione dal Golfo di Guascogna organizza una moderata nevicata da addolcimento il giorno 9: iniziano i fiocchi in nottata, con temperature appena sopra lo zero, e la moderata precipitazione prosegue fino a mezzogiorno, alternandosi a pioggia o nevischio, prima del definitivo passaggio a pioggia; accumulo di circa 3 cm.
Ma la circolazione resta sempre molto fredda e altri apporti avvettati dall'alta nordeuropea creano un altro cuscinetto gelido in attesa che una nuova depressione, questa volta più organizzata e di diretta provenienza marocchina, entri il giorno 20, coprendo i cieli con i classici strati da addolcimento; tuttavia non nevica; la neve cade invece debolmente in nottata, poi cessa e riprende la mattina del 21, debole o moderata, intensificandosi verso le 10.00 e mostrandosi piuttosto fitta prima di cessare e passare a pioggerella attorno al mezzogiorno; la temperatura ha oscillato dagli 0 °C del mattino ai +2 °C a fine fenomeno; manto di circa 3 cm.
E' invece un classico transito perturbato da Nordovest, un fornte nordatlantico, a causare la nevicata debole o moderata caduta fra la sera del 28 febbraio e la notte sul 1° marzo; un preesistente flusso abbastanza freddo convogliato da un'espansione dell'alta atlantica verso Nordest aveva creato condizioni favorevoli; il 28 il tempo è buono fino al pomeriggio, con circa +8 °C di massima; nonostante l'incipiente e rapido annuvolamento, la temperatura si porta a sera inoltrata a un paio di gradi sopra lo zero e consente quindi la precipitazione solida, che lascia come eredità appena un lievissimo strato su tetti e automobili.

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