ANNI '90

Semestre freddo 1989-90
Stagione ancora più magra: squallore assoluto, si ricorda un solo episodio, peraltro modestissimo, il 13 dicembre.
La parte iniziale del mese aveva visto una tendenza molto spiccata dell'azzorriano a spingersi verso Nord disturbando sensibilmente il VP, in ciò istigato anche da importanti discese fredde in pieno oceano, foriere di altrettanto intense risposte calde pochi meridiani più a Est: da qui gli sviluppi anticiclonici così marcati. Intorno al 10 l'ennesimo discreto blocco di aria fredda nordeuropea abbassa le temperature, mentre un piccolo anticlone centroeuropeo si consolida temporaneamente e avvetta ancora per un paio di giorni moderate correnti orientali fredde e secche. Intanto un complesso e intenso sistema depressionario spinge da Ovest e le sue prime frange perturbate impegnano i cieli della regione già il 12; nella notte sul 13 cade una modesta nevicata da addolcimento che lascia a terra meno di 1 cm. di manto con temperature poco superiori allo zero. Da qui prenderà corpo purtroppo uno tra i peggioramenti più caldi e burrascosi della storia recente, con ondate di scirocco davvero eclatanti e valori termici che in alcuni giorni saliranno oltre i +15 °C nelle massime e si manterranno superiori ai +10 °C nelle minime!

Semestre freddo 1990-91
Finalmente si comincia, sia pur tra molte incertezze, a cambiare registro rispetto agli orridi inverni precedenti; e la nostra candida amica inizia a farsi rivedere con un minimo di generosità.
Bello dal punto di vista sinottico il tardo autunno e inizio inverno del 1990, con ripetuti anche se non intensi collassi del VP, causa di ripetuti scambi meridiani. Si alternano quindi fasi con richiami meridionali a fasi invece schiettamente settentrionali, come quella che, stante un'hp sbilanciata verso le Isole britanniche e una saccatura insistente più a Est, nella notte sul 3 dicembre distribuisce, tra schiarite, annuvolamenti e alcune raffiche di Bora, qualche modesta sfiocchettata sulla regione, con valori termici di poco superiori allo zero. Nessun accumulo ovviamente.
Questo trend caratterizza gran parte del mese di dicembre e l'arrivo di una saccatura occidentale che nel periodo natalizio va a sovrapporsi a un ennesimo flusso freddo settentrionale è all'origine di una debolissima precipitazione solida da addolcimento proprio il 25, intorno all'ora di pranzo e con temperature prossime ai +3 °C: si tratta di qualche favilla di nevischio che rischia di passare quasi inosservata.
Del tutto diversa l'entità delle precipitazioni manifestatesi nel mitico mese di febbraio 1991.
Già la seconda parte di gennaio aveva visto un posizionamento più settentrionale della struttura anticiclonica azzorriana con conseguente tendenza a una maggiore invasività da parte delle correnti fredde nordeuropee verso il Mediterraneo. Tra la fine del mese e l'inizio di febbraio viene a manifestarsi un desiderio di espansione verso Sudovest da parte dell'anticiclone russo-siberiano che radica un bel massimo in zona finnica e da lì conquista gran parte del continente europeo lanciando blocchi di aria artica continentale via via più rigidi e corposi: le temperature scendono a picco e una intensa ventilazione spazza un'atmosfera tersa e per il momento abbastanza libera da ammassi nuvolosi. Il giorno 5 un impulso valica le Alpi con un leggero West-shift che inizia a far diminuire la pressione in modo corposo sul bacino del Meditetraneo e le prime nubi invadono i cieli anche della nostra regione: le temperature difficilmente superano lo zero anche in pieno giorno e la Bora batte la regione con intensità ragguardevole. In serata si manifesta addirittura una debole o al più quasi moderata precipitazione di fiocchi tra le 19.00 e le 21.00 circa, senza alcun accumulo e con valori termici sotto lo zero di un paio di gradi. Ma è il 6 che un nuovo intenso nocciolo gelido si getta nella depressione italica, con un West-shift più marcato ma non tale da pregiudicare il flusso nordorienale, intensificando a dismisura il ciclone e causando la classica bufera di neve che dalle lagune giuliane investe la nostra regione appena dopo l'ora di pranzo. Il cielo era grigio, carico, uniforme fin dalla mattinata, la temperatura oscilla intorno ai -4 °C, la Bora soffia forte e tenace. Verso le 14.00 i primi fiocchi cominciano a mulinare nell'atmosfera in balia delle raffiche di Bora, e verso le 14.30 la precipitazione inizia a manifestarsi con intensità da debole a moderata: entro un'ora la bufera secca, tagliente, sibilante avvolge tutta la Venezia orientale e infuria fino alle 20 quando si indebolisce per poi cessare intorno alle 20.30, dopo aver lasciato a terra un manto di 7 - 9 cm. Le schiarite notturne porteranno poi i valori termici sotto i -10 °C!
Intanto penetra tostissima una depressione piuttosto bassa da Gibilterra, pronta a gettarsi nel calderone Mediterraneo messo già ben a soqquadro dalle ripetute irruzioni artiche, così dopo un po' di sole mattutino il giorno 7 i cieli si ricoprono e dalle 15.00 circa ricomincia a nevicare: questa volta è una nevicata da addolcimento, senza vento, con valori termici di poco inferiori allo zero, è una precipitazione debole o moderata almeno fino alla notte quando si intensifica molto, diviene un'autentica "bufera senza vento", una nevicata abbondante a grandissime falde che, stante anche la temperatura di qualche grado sotto lo zero, deposita entro le 8.00 del giorno 8 quasi 15 cm., prima di cessare.
La depressione, ormai mediterraneizzatasi, porta ancora una nevicata dalle 21.30, debole ma in graduale intensificazione tanto che nella notte, fino alle 2.30, diviene anche forte lasciando un paio di cm. di manto aggiuntivo, grazie alle temperature costantemente inferiori allo zero, anche se di poco; dopo la mezzanotte si è intravisto nell'intensa precipitazione un lampo temporalesco.
Il 9 le temperature salgono un po' e si portano di un paio di gradi al di sopra dello zero, comunque ciò non impedisce alla bianca visitatrice di farsi rivedere con intensità debole o moderata tra le 13.30 e le 14.45, poi mista a pioggia dalle 16.30 alle 22.00. Nessun nuovo apporto in tema di accumuli. E così si chiude questa grande fase di gelo e di neve, sotto l'incalzare delle correnti sempre più meridionali.
Ma la stagione 1991 ci riserva ancora una chicca, e che chicca! Il 17 aprile si manifesta la nevicata degna di menzione più tardiva degli ultimi decenni. Già intorno alla metà del mese si manifesta un bolide anticiclonico che verso le latitudini artiche promette di dare un uppercut al VP di quelli davvero storici; infatti la risposta è clamorosa: nel seno di una saccatura scandinava acutissima un blocco gelido rotola arrembante da Nord verso Sud impegnando gran parte dell'Europa con freddo, vento e neve. La massa di aria artica marittima è talmente poderosa che se ne frega altamente dell'ostacolo alpino e, nella tarda mattinata del 17, lo supera scavando una portentosa depressione sul Centro Italia e portando una bufera di neve su gran parte delle regioni settentrionali; presso la nostra zona questa è la cronaca egli eventi, che vale la pena di seguire in stile "giornalistico"; ore 11.00: +15 °C, nuvoloso, calma di vento; ore 11.30: +16° C, coperto, vento da Sud forza 2; ore 12.00: +14 °C, coperto, linea di groppo in vista, vento forza 4 da Nord; ore 12.30: +11 °C, groppi, vento da Nord forza 7; ore 13.00: +9 °C, temporale, vento forza 7 da Nord; ore 13.30: + 7 °C, temporale, vento da Nord forza 8, la laguna di Venezia letteralmente "fuma" sotto l'incalzare delle fortissime e gelide raffiche di Tramontana; ore 14.00: +6 °C, temporale, vento da Nord forza 8; ore 14.30: +5 °C, pioggia e grandine e neve, vento da Nord forza 9; ore 15.00: +3 °C, pioggia e neve intensa, vento da Nordest forza 8; ore 15.30: neve molto intensa, +1 °C, vento da Nordest forza 8; fino alle 20.00 bufera di neve, +1 °C, vento da Nord o Nordest forza 6 - 8, fino alle 20.50 neve debole o moderata, mista a pioggia, vento in lenta attenuazione, temperatura in lieve risalita; alla fine resta a terra un manto di un paio di cm., più abbondante su tetti e luoghi esposti al vento.

Semestre freddo 1991-92
Si torna alle recenti sofferenze con questo inverno povero di neve e di soddisfazioni per i freddofili.
Dicembre è abbastanza freddo ma spesso secco e anticiclonico; il posizionarsi di un potente anticiclone sulle latitudini centro-settenrionali europee avvetta dal 5 e per più giorni aria fredda e secca da Nordest; in occasione dello scorrimento di uno degli impulsi più attivi si originano irregolari annuvolamenti che sono causa di qualche rado fiocco di neve nella mattinata del 9, con temperature intorno allo zero e una discreta ventilazione di Bora. Nessun accumulo, com'è ovvio.
Sempre in grande spolvero gli anticicloni atlantico-europei anche in gennaio, con tempo spesso bloccato e grandi nebbie. Tuttavia dal 18 il cuore dell'alta pressione mostra la tendenza a portarsi dalla media Europa verso il comparto britannico-scandinavo, cosicchè una saccatura, piccola porzione itinerante del VP, si stacca dalla circolazione artica e scende dalla Scandinavia portandosi verso l'Europa centrale, l'Austria e decidendo un'entrata fredda piuttosto franca verso l'Italia tra il 20 e il 21. Il 22 l'alta pressione, forte più che mai sul Nordeuropa, inizia a coricarsi verso Sudest incalzata sul suo bordo meridionale da una depressione africano-mediterranea che aumenta il gradiente barico sulle nostre regioni con una corrente assai tesa dai quadranti orientali. Prima che questa corrente veda il predominio del richiamo sciroccale, c'è tempo per una nevicata fine e molto secca, tra debole e moderrata, che impegna l'intera mattinata del 22, con forte Bora e temperature appena superiori allo zero; nevica dalle 9.00 alle 14.00 e si crea un manto di un paio di cm.; da notare che a causa dell'estrema secchezza dell'atmosfera e della forte Bora, in alcuni momenti si creano piccoli fenomeni di scaccianeve, nonostante il modesto accumulo.
La stagione, piuttosto poverella, finisce così.

Semestre freddo 1992-93
Invernata assolutamente deficitaria quanto ad apporti nevosi; nell'inverno meteorologico, che va, lo ricordiamo, dall'1 dicembre al 28 febbraio, non si verifica praticamente nessun episodio degno di rilievo; abbiamo infatti solo delle brevissime, debolissime cadute di nevischio che passano quasi inosservate, a meno di un'attenzione davvero importante da parte dell'osservatore, nelle ore mattutine del 26 febbraio, con replica nella nottata sul 27 e poi ancora nella mattinata dell'1 marzo; causa di ciò è uno sviluppo ciclonico che dall'Europa settentrionale impegna il bacino del Mediterraneo con asse che va grosso modo dal Mar di Norvegia alle Baleari e produce alcuni piccoli ma attivi minimi in veloce movimento verso l'Italia e poi in traslazione verso i Balcani. In questa loro traiettoria un po' bassa essi sono causa di marcata instabilità sulla nostra regione e di un richiamo abbastanza intenso di Bora, una Bora però di ritorno, che non pesca da regioni molto fredde ma si limita a "riciclare" l'aria polare marittima che alimenta la saccatura principale. Così le prime due spruzzate di nevischio possono cadere, con temperature vicine allo zero, anche grazie a un modesto cuscinetto freddo derivante da flussi freddi continentali manifestatisi nei giorni precedenti, mentre i radi fiocchi misti ad acqua dell'1 marzo, che scendono con temperature prossime ai +5 °C, sono probabilmente solo dei pezzetti solidi trascinati verso i bassi strati dalle intense correnti orientali sibilanti dalla porta della Bora.
Tutto il sistema depressionario trasla poi verso levante e continua a pescare, come un attivo ingranaggio, aria ora sì davvero fredda dalle latitudini artiche: il diverso posizionamento dei centri barici, favorisce un temporaneo ma diretto richiamo artico sulla regione la quale infatti, nella serata del giorno 4, viene investita in pieno da un impulso di lontana origine finnica in rapido rotolamento verso Sudovest: ne consegue un annuvolamento improvviso, quasi temporalesco, e un rovescio nevoso moderato, a tratti anche forte, di circa un'ora e mezza, con vento di Bora abbastanza intenso e accumulo di 2 - 3 cm. La temperatura, che nella prima serata si aggirava intorno ai +5 °C, scende piuttosto rapidamente fino a poco sopra gli zero nel momento di massima intensità del fenomeno.


Semestre freddo 1993-94
Che pena, ragazzi! A salvare questa invernata c'è soltanto un bellissimo episodio collocato, ancora una volta, fuori dal canonico inverno meteorologico. E' un episodio novembrino: a metà del mese un'improvvisa e franca erezione dell'hp oceanica verso Nord lancia come un bolide un piccolo ciclone dalla Danimarca verso il Mediterraneo centrale, sintomo di improvvisa, forte debolezza del VP. Al seguito di questa massa fredda in rapida propagazione a tutta Europa, l'hp si rafforza collegandosi a un hp russa che ben presto diventa dominatrice della scena e lancia un flusso d'aria ancor più gelida con franca direttrice NE - SW; il tempo è bello, via via più freddo, e soffia una Bora costante e moderata. L'entrata dell'ennesimo nucleo freddo, questa volta con un West-shift abbastanza pronunciato, è causa di un peggioramento che il 20 ci regala la visita della neve. Fin dalla prima mattinata il cielo è completamente coperto, grigio, uniforme, e la Bora soffia moderata dalle lagune giuliane. La temperatura si colloca poco al di sotto dello zero e di poco muterà per l'intero corso della giornata. Verso le 10.30 inizia a nevicare debolmente, a piccole faville, poi l'intensità aumenta via via fino a moderata, in alcuni frangenti quasi forte, ed entro mezzogiorno tutto il paesaggio assume sembianze nordiche; la Bora moderata continua a far mulinare le faville che, entro le 14.30, accumulano un manto il quale, per essere novembre, può dirsi di tutto rispetto: 3 - 4 cm. Poi la precipitazione cessa ma le temperature, sempre vicine allo zero, e anche di poco inferiori verso sera, sono causa di modeste ma pittoresche formazioni di ghiaccio penzolanti da tetti, grondaie, lampioni.
Una moderata circolazione depressionaria continua a vagare per il Mediterraneo anche nei giorni successivi e le correnti, sia pur meno fredde, rimangono comunque prettamente orientali. Con la consueta Bora moderata che soffia imperterrita, cade una debole e breve precipitazione gelata nella notte sul 27 e poi dalle 9.00 alle 10.30 del mattino, con valori termici oscillanti fra +2 °C e +4 °C. Nessun ulteriore accumulo, naturalmente.
Interessante, anche se molto avara in termini di dama bianca, la situazione sinottica che si dipana intorno al Natale. Le correnti atlantiche che insistevano da qualche giorno con componente zonale si ondulano fortemente per una discreta erezione altopressoria sull'Europa occidentale: ne consegue l'entrata piuttosto prepotente di un'acuta saccatura dalla Francia, colma di aria polare fredda marittima, la quale si muove alla conquista dell'Italia; da antologia della meteo l'evoluzione circolatoria sulla nostra regione: il 24 improvviso e intensissimo richiamo sciroccale, con la temperatura che nella prima mattinata schizza in pochi minuti da +2 °C a +8 °C, portandosi poi, più lentamente, intorno ai +11 °C e per poi ridiscendere gradualmente solo nella giornata successiva, quando i forti venti meridionali si orientano da occidente; ma intanto, nella sera di Natale, entra arrembante il ramo più freddo della perturbazione: precipitazioni intense, vento che ruota addirittura da settentrione, moti temporaleschi con lampi e tuoni e calo termico di alcuni gradi, da +8 °C a circa + 4 °C; il maltempo continua per tutta la notte con pioggia e vento ora di Bora, la temperatura perde ancora qualcosina, e durante la mattinata di Santo Stefano, con valori termici che oscillano tra +1 °C e +2 °C, nella gran pioggia si notano chiaramente dei bei fiocchi di neve scendere trascinati dalla Bora fra le 10.00 e le 11.00 all'incirca. Poi tutto si attenua e le temperature risalgono. Con questa... schifezzuola si chiude il bilancio della neve per questo quasi tragico inverno.

Semestre freddo 1994-95
Vacche magre, ancora vacche magre in questi orridi anni '90! Pochi episodi e di scarsa consistenza.
Praticamente nulla accade in questa schifosissima invernata, salvo due modesti episodi, uno a dicembre, uno a marzo.
In occasione di una delle rare, brevi e modeste elevazioni dell'hp oceanica, intorno al 20 si scava una bella depressione proprio al centro del Mediterraneo la quale convoglia correnti moderatamente fredde da NE con instabilità diffusa; nelle primissime ore mattutine del 22 scende qualche fiocco di nevischio misto ad acqua, accompagnato dalla Bora e con valori termici di un paio di gradi al di sopra dello zero, ovviamente senza alcuna conseguenza in termini di accumuli.
Forse un po' più interessante l'episodio di fine marzo 1995: dopo che gran parte del mese aveva visto ripetute e violente erezioni altopressorie sull'Europa occidentale, con conseguente costante collasso del VP e allungamento di acute e talvolta importanti saccature di origine scandinava, ecco che tra il 27 e il 28 si manifesta l'irruzione artica marittima più intensa, con spiccato maltempo temporalesco e venti intensissimi che da scirocco ruotano bruscamente a Tramontana e Bora, provocando anche danni sparsi sul territorio: le temperature calano bruscamente, avvicinandosi allo zero nei valori minimi, e il 29, quando giunge un nuovo fronte dalle Isole britanniche, l'instabilità convettiva pomeridiana esalta ulteriormente la fase di maltempo cosicchè in occasione del classico temporale di fine pomeriggio intorno alle 18.00 cade per una mezz'oretta del nevischio assieme alla pioggia, mentre lampi e tuoni riempiono l'atmosfera e la tramontana soffia a raffiche; la temperatura comunque non scende sotto i +3 °C.
Tutto qua, solo questo ha passato il convento un simile pessimo inverno.

Semestre freddo 1995-96
Decisamente meglio, anche se non si toccano vette d'eccellenza, questa invernata che si apre presto con una bella nevicata da ciclogenesi sul Mediterraneo centrale.
La fase iniziale di dicembre vede una discreta iperattività dell'hp russa che si estende verso occidente avvettando correnti moderatamente fredde e secche. Quando, poco dopo il 10, l'alta inizia a mostrare un evidente segno di cedimento sul comparto finnico, ecco che un bolide artico trova la strada spianata per raggiungere il Mediterraneo con direttrice NNE - SSW; l'entrata dell'aria artica con West-shift sempre più pronunciato col passare delle ore e dei giorni scava sin dal 12 una depressione sul Mediterraneo centrale, depressione che è causa di insorgenza di forte Bora e di un aumento dell'instabilità. Il 13 la depressione è ben centrata sul Tirreno, sulla nostra regione la circolazione nordorientale è molto forte, con Bora a raffiche davvero intensissime, il cielo è da molto nuvoloso a coperto con valori termici che si aggirano intorno ai +3 °C. Da metà pomeriggio inizia la precipitazione nevosa la quale, alternando fasi deboli e moderate, sin intensifica poi leggermente in serata e nella notte, mentre la temperatura intanto si porta solo di poco sopra lo zero. Nevica particolarmente forte tra le 5.00 e le 7.00 del 14, poi il fenomeno si attenua e cessa verso le 8.30; riprende forte e a fiocchi molto grossi tra le 10.30 e per circa un'oretta, quando si esaurisce definitivamente, dopo aver lasciato un manto complessivo di 5 - 6 cm. che però già dalle prime ore della mattinata si scioglie gradualmente. Purtroppo il sopraggiungere di una nuova depressione da Gibilterra favorisce un West-shift sempre più estremo dell'aria fredda avvettata dall'Europa nordorientale, cosicchè un caldo scirocco sostituisce la Bora provocando un sensibile rialzo termico nei giorni successivi, sempre più caratterizzati da una sarabanda di miti depressioni dal medio Atlantico.
L'Europa è sempre più divisa in due parti: a Nord alta pressione con circolazione orientale gelida; a Sud treno depressionario occidentale con aria tiepida e piovosa. In queste situazioni, lo sappiamo, basta che un'onda un po' più pronunciata metta in comunicazione la struttura anticiclonica subtropicale con quella nordica che il meccanismo si interrompe e per la nostra penisola gli scenari cambiano: è quanto accade il 26, giorno mitissimo e piovosissimo fino al tardo pomeriggio quando si leva improvviso un forte vento di Bora e le temperature scendono a picco da +11 °C ai +2 °C della nottata e della mattinata successiva, fase in cui le ultime ore di gran pioggia ospitano anche una debole o moderata precipitazione di neve mista ad acqua dalle 9.00 alle 13.00; nessun accumulo, ovviamente, ma inizia a crearsi un bel cuscinetto freddo per il continuo flusso nordorientale avvettato dall'hp nordeuropea la quale, pur assediata dalle spinte depressionarie atlantiche sempre poderose, con un piccolo massimo sulla Polonia riesce a dirottare parte del gelo russo-balcanico verso il Mediterraneo prima di cedere il passo al ciclone iberico di turno, ciclone che entra franco il 30 facendo aumentare la nuvolosità fin dalla prima mattinata e causando una bella nevicata da addolcimento dalle 16.30 fino a fine giornata. La neve, placida, asciutta, tranquilla, a tratti abbondante, scende con temperature che si aggirano intorno allo zero e poi, col progredire del fenomeno, scendono anche al di sotto di un paio di gradi, prima di risalire piuttosto velocemente in nottata quando, verso la mezzanotte, la pioggia prende il sopravvento sciogliendo i 5 - 6 cm. di manto con cui aveva reso il paesaggio un favoloso presepe di fine anno.
Il gioco hp nodica-cicloni atlanticomediterraei continua anche nei primi giorni di gennaio 1996 e un nuovo, moderato flusso freddo nordorientale crea un modestissimo cuscinetto origine di una debole caduta di faville finissime tra la serata del 5 e la primissima mattinata del 6. Il leggerissimo accumulo, favorito dai valori termici ancora bassini, intorno allo zero, viene presto sciolto dall'acqua che inizia a mescolarsi ai pochi fiocchi già nella trada nottata. Questo modesto episodio è causato da una fra le entrate di masse d'aria calda subtropicale più imponenti della storia climatica recente: l'intensissima ruota depressionaria sul vicino Atlantico viene a produrre un braccio di ferro con il forte anticiclone europeo, nel frattempo costretto a ruotare il proprio asse in senso orario, provocando un flusso meridionale quasi eccezionale, con un aumento termico repentino e dalle proporzioni quasi straordinarie: basti pensare che dal valore minimo di 0 °C del 6 si passa a una minima di +10 °C il giorno 12!
Per riveder la neve si deve saltare, ancora una volta, oltre i confini temporali dell'inverno meteorologico, per la precisione al 4 e al 12 - 13 marzo. Il mese si apre con una importante e duratura erezione altopressoria atlantica che va a stabilire per molti giorni un forte massimo che all'inizio insiste proprio sulle Isole britanniche. In situazioni sinottiche simili è chiaro che il Mediterraneo rimane esposto alle correnti fredde di provenienza settentrionale o addirittura, a tratti, nordorientale, a seconda dell'esatto posizionamento delle figure bariche, sia i massimi di pressione oceanici che i lembi depressionari del distrutto VP.
Il giorno 4, in serata, un veloce impulso freddo proveniente da Nord-Nordest, investe la regione apportando parziali e temporanei annuvolamenti che, in coincidenza con alcuni rinforzi di Bora, lasciano cadere dei rovesci nevosi sparsi di intensità anche moderata tra le 20.00 e le 21.00; le temperature, intorno ai +4 °C prima dell'irruzione fredda, scendono verso gli zero gradi. Leggero il manto attecchito nelle zone ove la neve è caduta con maggiore tenacia.
Intanto l'asse dell'hp ha iniziato a ruotare vistosamente in senso orario andando a sancire un collegamento con l'orso siberiano il quale invia ancora per diversi giorni piccoli ma attivi impulsi freddi capaci di mantenere le temperature piuttosto basse e la ventilazione assai vivace dal quadrante di Bora. Dopo il 10 la situazione si aggrava ulteriormente: un nocciolo freddo si avvicina al Mediterraneo dall'Europa nordorientale con un West-shift abbastanza modesto ma sufficiente per scavare una depressione a occhiale che tra l'11 e il 13 presenta appunto due minimi, uno al meridione e uno proprio sulla pianura padana sottovento alle Alpi: è quest'ultimo che nella serata dell'11 causa i primi annuvolamenti che si accentuano in nottata, tanto che nella prima mattinata, verso le 8.00, con temperatura di circa +1 °C e un'apprezzabile bava da Nordest, inizia a cadere la neve, dapprima debole, poi via via più intensa con momenti davvero intensi dalle 13.00 alle 14.30. Poi, nel primo pomeriggio, cessa. Le temperature si mantengono tra i +2 °C e i +3 °C ma, nonostante ciò, l'atmosfera piuttosto secca favorisce comunque l'attecchire di un apprezzabile manto, tra i 4 e i 5 cm. Qualche debole schiarita e la cessazione della debole Bora riportano i termometri verso lo zero in nottata, e nella mattinata del 13 riprende una precipitazione nevosa intermittente, tra debole e moderata, ma senza nuovi accumuli, anche perchè le temperature si collocano verso i +3 °C. Intorno alle 12.00 tutto cessa.

Semestre freddo 1996-97
Ancora una volta poca festa per i nivofili in questa invernata, nonostante la grande ondata di gelo di fine dicembre. Ed è proprio da quella poca neve caduta alla fine di questa ondata che partiamo.
Dopo una gran parte di dicembre orrida, caratterizzata da costanti flussi miti e umidi sudoccidentali, un'improvvisa erezione anticiclonica verso l'Europa settentrionale poco prima di Natale spezza la carovana depressionaria atlantica avvettando un'intensa massa d'aria artica marittima al seguito dell'ultima perturbazione, giunta sul Mediterraneo centrale a Natale. Il crollo termico non si fa attendere e dal 26 la nostra regione piomba nel gelo, anche diurno, favorito oltretutto dalle schiarite sempre più ampie. Una fredda alta pressione domina sui settori centro-settentrionali del continente veicolando una corrente gelida di origine russo-siberiana che oltre tutto va ad alimentare centri depressionari che continuano ad essere attivi specie al Centro e al Sud della penisola. Ma il solito West-shift più pronunciato dei precedenti favorisce lo sviluppo di una ulteriore complessa perturbazione mediterranea che il giorno 30 abborda anche il Nord e quindi la nostra zona: la nuvolosità aumenta, ma con essa salgono anche le temperature, il flusso freddo è finito e nella notte sul 31, tra le 5 e le 6, scende una debole nevicata a faville molto sottili e con valori termici ancora inferiori allo zero di un paio di gradi; tuttavia la precipitazione è così debole che non crea alcun manto. Nel tardo pomeriggio, con le temperature salite ormai a 3 o 4 gradi sopra lo zero, da un cielo denso di nembostrati che sa molto di scirocco, scende una nevicata tra debole e moderata, spesso un po' bagnata, fino alla prima nottata quando si trasforma in acqua. Comunque la precipitazione, forte delle temperature leggermente scese durante il fenomeno a valori abbastanza vicini allo zero, crea un modesto accumulo, di circa 1 cm. Ma ormai è già ripreso il trend atlantico-mediterraneo.
Per rivedere, si fa per dire, qualche fiocco, bisogna saltare addirittura al... 17 aprile! Lo stazionare per più giorni, intorno alla metà del mese, di un forte anticiclone tra le Isole britanniche e l'Europa nordoccidentale causa ripetute discese fredde di aria artica marittima che mantengono il tempo instabile e molto freddo per la stagione. In concomitanza dell'arrivo di un fronte particolarmente attivo, il 17 nella tarda mattinata e nella prima serata scendono per alcuni minuti dei fiocchi abbastanza radi, trasportati da un discreto vento di Bora, nel primo caso con valori termici intorno ai +5 °C, nel secondo con temperature più basse, sui +3 °C. Ovviamente nessun accumulo.

Semestre freddo 1997-98
Ennesima, magrissima stagione dal lato nivologico, complice il più forte Nino, sembra, della storia recente.
Due sole le fasi di neve, peraltro modestissime: una a dicembre e una a marzo.
Dopo una lunghissima fase dominata dalle depressioni atlantiche in continuo moto verso levante, poco prima della metà del mese di dicembre l'alta pressione atlantica emigra sensibilmente verso Nord dando l'avvio a un flusso freddo settentrionale il quale, finalmente, abbassa le temperature sulla nostra regione con un rinforzo della ventilazione di Bora. Tra il 14 e il 15 la spinta meridiana dell'hp favorisce addirittura un franco collegamento tra la figura azzorriana e quella russo-siberiana, accentuando il richiamo freddo che ora giunge direttamente da Nordest. Il rapido passaggio di una goccia fredda è causa, nella primissima mattinata del 16 e con temperature intorno allo zero, di una breve ma relativamente intensa caduta di neve la quale, turbinando nella forte Bora per circa un quarto d'ora, non riesce però a lasciare tracce visibili al suolo.
Intanto una grande depressione al largo dell'Iberia spinge sempre più contro la figura anticiclonica ormai schiettamente europeizzatasi e le correnti ruotano prima da Est, poi addirittura da Sudest; il 17 il cielo è coperto fina dalla prima mattinata e tra le 13.00 e le 15.30, con una discreta ventilazione di Bora e temperature intorno ai +2 °C, scende una nevicata molto fina tra debole e appena moderata, destinata poi a trasformarsi in pioggia sotto l'incalzare dello scirocco, prodromo di una fase calo-umida fra le più lunghe, tenaci e fastidiose della recente storia climatologica. La neve non ha lasciato tracce al suolo nemmeno in questa occasione.
Dopo due mesi quasi completamente da dimenticare, con un VP spesso attivissimo e in grado di mantenere il freddo ben confinato nelle regioni artiche, alla fine della prima decade di marzo, come spesso avviene al tramontar dell'inverno, l'hp atlantica dà segni di irrequietezza e si espande volentieri verso Nord, disturbando Sua maestà il VP: ne conseguono ripetute discese fredde da Nord che si prolungano fin oltre il 20, tanto che nella mattinata del 21 e del 23 cadono poche faville di nevischio in un'atmosfera mossa da una discreta Bora e con temperature tra i 3 e i 4 gradi al di sopra dello zero. Ovviamente nessun accumulo.

Semestre freddo 1998-99
Gli anni orridi (i '90) si avviano al tramonto e si scorgono all'orizzonte i begli anni che inaugurano il terzo millennio, senza dubbio più prolifici per noi nivolfili, anche se in realtà caratterizzati dall'alternarsi fra fasi molto positive e fasi orride che più orride non si può.
Mese freddo il novembre 1998, spesso caratterizzato da discese polari continentali anche importanti, con conseguenti ciclogenesi sul Mediterraneo centrale. In occasione di queste situazioni sinottiche, il 19 e il 23, con Bora sostenuta e valori termici intorno ai 3 o 4 gradi sopra lo zero, qualche favilla di neve o nevischio vaga per l'atmosfera nelle ore mattutine e per brevissimi periodi.
Interessanti e dinamici dicembre e gennaio, ma senza neve da noi; alla fine di gennaio 1999 però un'improvvisa espansione dell'hp azzorriano verso la Scandinavia rompe il VP e lancia un flusso artico continentale direttamente sulla nostra regione, portando Bora e un notevole abbassamento termico che, sia pur attenuato, caratterizza anche la prima parte di febbraio preparando il terreno per l'arrivo di una seria nevicata. Nei primi giorni del mese il VP riprende grande vigore ma i sussulti dell'azzorriano lo disturbano non poco, cosicchè un potente lobo ciclonico si isola sempre più marcatamente tra Scandinavia e vicine repubbliche russe arrivando a livelli barici davvero ragguardevoli (anche sotto i 960 hp!). Fiumi intensissimi di aria artica marittima scorrono verso i comparti orientali ma piano piano puntano anche verso il Mediterraneo mammano che l'azzorriano spinge sempre più il naso verso Nord: tra il 7 e l'8 un primo fronte, a caratteristiche quasi favoniche, porta qualche nube in transito, ma un altro fronte molto più attivo abborda il Mediterraneo centrale nella notte sul 9, iniziando a scavare una depressione sempre più attiva e complessa sul Mare Nostrum; il 9 il tempo peggiora progressivamente, nella primissima mattinata iniziano a scendere radi fiocchi di neve con valori termici sullo zero, poi prevale la pioggia salvo che tra le 14.00 e le 14.40 quando i fiocchi prevalgono, anche con intensità moderata e valori termici però intorno ai +3 °C, senza lasciare manto sul suolo bagnatissimo; debole o moderato vento di Bora completa la descrizione di questa giornata che fa solo da prodromo a quella del 10. Nella notte si alternano fasi di pioggia anche intensa a momenti in cui addirittura si vedono squarci di cielo stellato, ma poi il peggioramento prevale, la Bora si intensifica e verso le 7.00, con circa +1 °C, la pioggia si trasforma in neve che cade con intensità fra moderata e quasi forte sino al pomeriggio, intorno alle 17.00infatti diminuisce molto d'intensità e cessa poi del tutto poco prima delle 20.00. La temperatura costantemente al di sopra dello zero, ma di poco, e il vento di Bora che ha soffiato soffia con una certa intensità hanno favorito accumuli anche un po' superiori ai 5 - 6 cm.
L'attività della depressione, nel frattempo traslata verso i Balcani, subisce un nuovo sussulto il 14, quando la struttura ha un modesto e breve moto retrogrado verso Ovest: ecco che allora una moderata nevicata scende dalle 5.00 alle 9.30, con debole vento di Bora e temperature intorno allo zero, lasciando un paio di cm. al suolo.

 

Torna alla pagina intruduttiva

Vai agli anni duemila