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Riscaldamento globale e variabilità climatica

Una delle obiezione più frequenti alla teoria del riscaldamento globale di origine antropica è che, mentre l'aumento di concentrazione dei gas serra e della CO2 in particolare, progredisce in modo graduale, l'andamento della temperatura presenta discontinuità di vario tipo, con periodi di crescita alternati a fasi di diminuzione anche molto accentuate. Sul breve periodo, possono risultare fasi senza alcuna correlazione o addirittura con correlazione inversa, solo analizzando un periodo sufficientemente lungo, ne risulta un trend in significativo aumento e quindi una correlazione solida tra le due variabili.

Al di là delle difficoltà di quantificare i vari feedback climatici delle varie forzanti, la temperatura globale subisce una variabilità naturale che risulta particolarmente spiccata in occasione di eventi di NINO o di NINA e in occasione di eruzioni vulcaniche le cui polveri emesse interessino anche la stratosfera.

Nell'immagine seguente risulta infatti ben evidente come le eruzioni vulcaniche importanti portino bruschi cali termici anche se di breve durata: il NINO è quasi sempre responsabile di aumenti significativi, mentre la Nina di diminuzioni; eventi irregolari, per intensità, durata e frequenza che incidono nel breve periodo sull'andamento termico a livello globale.

Altre variabili si manifestano con maggior lentezza e su periodi più lunghi, è il caso di cicli oceanici come AMO e PDO che hanno fluttuazioni multidecadali di circa 60 anni e che tendono ad amplificare o a ridurre le oscillazioni termiche di diversa origine derivanti da forzanti agenti su periodi più lunghi.
L'influenza sulla temperatura globale di AMO e PDO risulta più evidente quando sono in fase tra loro. Ad una situazione di questo tipo, evidenziata dall'immagine successiva, si può ricondurre parzialmente la fase termica calda intorno al 1940 e la fase fredda degli anni'70.
La PDO influenza anche il ciclo NINO/NINA, infatti prevalgono episodi di NINO con PDO positiva e di NINA con PDO negativa.

Altri elementi possono poi influenzare ulteriormente la temperatura globale; gli aerosol formati da solfati provenienti dalle attività antropiche hanno ad esempio un effetto prevalentemente raffreddante non ben quantificato e la loro concentrazione in atmosfera è variata in base al processo di industrializzazione e alle tipologie di combustibili impiegati. Come risulta dal grafico seguente, l'industrializzazione dei paesi occidentali ha portato un progressivo aumento di solfati fino agli anni '60, successivamente la riduzione per legge del tenore di zolfo nei combustibili fossili ha portato una sensibile riduzione, ma negli ultimi anni si riscontra un nuovo aumento a causa della rapida industrializzazione dei paesi asiatici, in particolare Cina e India.

Il Sole ha avuto certamente importanza notevole nel riscaldamento globale fino agli anni'60 conclusivi di una lunga fase di crescita, poi la sua attività è gradualmente calata e comunque non sono provate influenze di rilievo sul breve periodo viste le modeste variazioni temporali, nè risulta significativa l'alternanza dei cicli undecennali (vedi grafico)

I Raggi Cosmici, svolgono una azione importante sulla formazione delle nubi, tuttavia i trend non sembrano significativi ed è difficile attribuire ad essi, significative variabilità sul breve periodo.

L'influenza della copertura nuvolosa sulla temperatura è certamente importante, ma le ricerche non danno ancora esiti soddisfacienti; esistono nubi basse con effetti raffreddanti e nubi alte riscaldanti e il bilancio globale di tali effetti non è ancora chiaro.

In conclusione, varie e di varia natura sono i fattori, (naturali e non), in grado di alterare il trend della temperatura globale; le interazioni tra i fattori esaminati avvengono, come visto in tempi diversi e con diverse durate e modalità e ciò spiega ampiamente la non esatta correlazione tra una forzante che agisce in modo continuo e la risposta termica del sistema atmosfera.


MP gen 2015