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Riscaldamento globale: che ne penso


Uno degli argomenti più dibattuti di questi anni di riscaldamento globale è, quanto le attività antropiche abbiano inciso e incidano su di esso. Gli studi scientifici ci dicono che probabilmente la rilevanza è notevole, ma quantificarlo in termini precisi è difficile a causa delle interferenze con le altre cause e dei numerosi feedback positivi e negativi che complicano non solo le previsioni dell'evoluzione futura del fenomeno ma anche lo studio dell'incidenza che ha avuto nel recente passato.
Numerose variabili naturali interferiscono con l'effetto antropico ( Sole, cicli oceanici, vulcani...) e che, se l'aumento di gas serra determina un aumento di temperatura, i ghiacci diminuiscono di estensione, l'albedo cala e ciò determina un ulteriore riscaldamento, però nello stesso tempo aumenta l'evaporazione, con essa le nubi che possono in parte aumentare l'effetto albedo dell'atmosfera e quindi avere effetto raffreddante.
Tali incertezze insite nella ricerca, lasciano aperte le porte alle ideologie che ben poco hanno di scientifico e vanno dal catastrofismo più terrificante, utile ai media, sempre alla ricerca di nozie avvincenti, al negazionismo più cieco, finanziato da chi teme le emergenti politiche di stampo ambientalista.
La ricerca scientifica si muove in realtà cautamente in un campo particolarmente complesso e articolato, progredendo a piccoli passi, come peraltro accade normalmente in tutti gli ambiti di tale complessità.
Ecco che allora alla domanda "Da cosa dipende il riscaldamento globale?" molti si sentono di rispondere seguendo le proprie idee il proprio credo politico o il proprio comodo al di la di quanto il mondo scientifico sostiene.
Penso che il miglior approccio al problema sia ascoltare direttamente il mondo scientifico, magari leggendosi un buon libro, e non i palcoscenici che rilanciano solo certe informazioni, e poi riflettere su ciò che progressivamente emerge dagli studi antichi e recenti.
Se ci chiediamo, che cosa potenzialmente può modificare in modo globale la temperatura della Terra, è evidente che essa dipende principalmente dal sole, fonte diretta di energia, dalla capacità degli oceani e delle terre emerse di assorbire e riemettere calore e dalla composizione dell'atmosfera capace di trattenerne una parte di radiazione grazie ai gas serra.
Ma quali di questi fattori hanno davvero subito cambiamenti recenti tali da giustificare l'attuale riscaldamento?
Sul Sole, i risultati finora raggiunti tendono ad escludere una sua pesante influenza sui cambiamenti climatici di breve periodo, sia come risultato dei cicli solari, che come effetto modulante sui raggi cosmici, l'irradianza solare totale (TSI) è stata in aumento fino al 1960 poi è calata fino ai notevoli minimi attuali.
Gli oceani rappresentano un fondamentale nastro trasportare capaci di ridistribuire il calore immagazzinato sia dal sole che dall'aumentato effetto serra. essi presentano importanti variazioni di temperatura capaci di interferire sulla temperatura globale in modo ciclico ( ENSO, AMO, PDO), ma non possono essere considerati una fonte di calore.
Le terre emerse hanno subito variazioni relative all'uso del suolo, ma è difficile attribuire a ciò un effetto riscaldante, che sarebbe comunque di origine antropica.
L'atmosfera gioca un ruolo fondamentale: La luna ci dimostra che la temperatura media del pianeta sarebbe sui -20 C° in assenza di atmosfera, anziché gli attuali +15 C°; essa subisce variazioni nella sua composizione in occasione di grandi eruzioni vulcaniche, grandi incendi, emissione di sostanze inquinanti e di gas serra.
Il clima naturalmente ha sempre subito variazioni per cause naturali, le più recenti delle quali sono il "l'anomalia climatica medievale" e "piccola era glaciale", ciò però non esclude in alcun modo, che nuove cause interagiscano oggi con quelle naturali; la grande maggioranza dei climatologi ritiene oggi determinante l'aumento di gas serra riscontrato negli ultimi decenni e imputabile principalmente ad attività antropiche; in particolare il potere riscaldante della CO2 si studia dal IXX secolo e il mondo scientifico si è fatto ormai un'idea abbastanza precisa di come l'effetto serra naturale sia stato alterato dalle emissioni di gas serra di origine antropica. In altre parole è difficile pensare che un rilevante incremento di gas serra, dovuto al crescente uso di combustibili fossili, non sia stato, e non sia, determinante nel produrre aumento di temperatura. Gli oceani, naturali serbatoi equilibratori di CO2 ne stanno assorbendo più di quanta ne emettano, fornendo una prova sull'origine antropica del surplus del gas, perché in una fase calda come l'attuale dovrebbe invece prevalere il rilascio in atmosfera
E' difficile spiegare in altri modi come possa aumentare la concentrazione di CO2 nell'atmosfera , se negli oceani prevale l'assorbimento.
Ci troviamo di fronte, in pratica ad una tesi scientifica, che pur con vari aspetti da chiarire, dovuti alla complessità della materia, è sostenuta da dati osservativi e leggi fisiche certe.
Chi sostiene che l'uomo è ininfluente sul clima, e il riscaldamento è tutto naturale, deve dimostrare come mai l'aumento di un gas serra di provata efficacia, non produce aumenti termici. In realtà oggi un vero dibattito tra scienziati pro e contro il riscaldamento di origine antropica, non esiste; esistono gruppi di ricerca (la maggioranza) che sostengono che il riscaldamento globale dipende prevalentamente dalle attività antropiche e altri (in minoranza) che lo attribuiscono prevalentemente a fluttuazioni naturali, senza negare l'effetto antropico; è evidente che ognuno dia più importanza al proprio campo di ricerca.


Temperature che crescono, livelli dei mari in aumento, ghiacci che fondono per molti sembrano rappresentare un pericolo assai remoto, perchè ciò sta avvenendo molto lentamente, esistono allora concreti pericoli nell'immediato?
Gli scettici ricordano giustamente che eventi estremi e improvvise variazioni climatiche sono avvenute anche in tempi al sopra di ogni sospetto, quando non si parlava ancora di cause antropiche del riscaldamento, qualcosa però ora è cambiato: l'aumento di CO2, modificando le capacità termiche dell'atmosfera, oggi, mette in crisi l'equilibrio basato sulla variabilità naturale, così i salti climatici, causati da vari fattori naturali concomitanti, hanno a disposizione un nuovo fattore in grado di modificare la loro grandezza.
Il pericolo più reale è quindi che una combinazione di più forzanti riscaldanti possa produrre effetti molto più importanti di quanto sia avvenuto in precedenza.

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MP luglio 2013