Sito di Marco Pifferetti

Pripyat: la città fantasma

La città ucraina di Pripyat, sita vicino al confine Bielorusso, dopo il più grave incidente nucleare della storia è diventata la più grande città fantasma del mondo.
La città fu costruita nel 1970 per ospitare lavoratori, costruttori e relative famiglie della vicina Centrale Nucleare di Chernobyl.


Ampi viali e aiuole fiorite a Pripyat, prima dell'incidente

Negli anni successivi la popolazione crebbe rapidamente poiché la qualità della vita a Pripyat era molto alta rispetto agli standard dell'Unione Sovietica. La città era moderna e funzionale: ospedali, centri commerciali, due grandi alberghi, numerosi caffè, ristoranti, cinema, teatro, centri sportivi, tra cui una piscina coperta, che rimase attiva fino alla fine degli anni '90 per il personale della centrale, che continuò ad operare con tre reattori funzionanti fino al 2000.
Nel 1986 , anno della sua evacuazione , contava quasi 50.000 abitanti oggi sono ridotti a circa 400, vivono nelle campagne circostanti essendosi rifiutandosi di abbandonare le loro case e si cibano alimenti altamente contaminati.
Gli scienziati che studiano sul posto gli effetti delle radiazioni, sono ammessi all'area vietata con permessi speciali e per uscirne devono spesso sottoporsi a decontaminazione.
Oggi la natura sta invadendo la città e il territorio che la circonda e almeno in apparenza questo inferno è diventato una specie di paradiso per gli animali che non devono più interagire con gli uomini, circolano liberamente e occupano strutture abbandonate tuttavia non sono ancora conosciute le mutazioni genetiche che subiranno in futuro, per il momento è stato accertato un più rapido processo di invecchiamento.

L'area più contaminata si trova a pochi chilometri dalla città dove si estendeva un vasto bosco, direttamente sottovento alla centrale: come documenta la fotografia del 1986, le polveri radioattive resero rossa la vegetazione tanto che si decise di abbattere e interrare tutti gli alberi

Agli abitanti evacuati fu detto che sarebbero stati via tre settimane invece non tornarono mai più, lasciarono quindi arredi, automobili, elettrodomestici che furono in gran parte lasciati nelle case, così la città si presenta così come quando fu abbandonata, solo recentemente ed occasionalmente gli abitanti possono fare rapide visite alle loro case abbandonate, senza prelevare oggetti tuttora altamente contaminati

Si stima che la città potrà essere nuovamente abitata, con margini di rischio accettabili, tra circa 500-600 anni.

Mappa della zona contaminata

Evoluzione prevista della radioattività

Quante radiazioni abbiamo avuto sul nord Italia

 

 

Fonte di informazioni: pripyat.com

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