Sito di Marco Pifferetti


La tempesta dell' 8 giugno 1964 nel Riminese

Quel giorno la costa romagnola fu devastata da una delle più violente tempeste del XX secolo; in poche ore, il fortunale seminò distruzione su tutta la zona interessando particolarmente il Riminese.

Già ai primi del mese si era manifestato un caldo tipicamente estivo su tutta la pianura padana con temperature massime intorno ai 33 °C e un tasso di umidità molto elevato a causa di un'alta pressione livellata che impediva il ricambio delle masse d'aria.

Il giorno 8 si rafforzò l'anticiclone a nord delle Alpi mentre l'Italia settentrionale venne a trovarsi in campo depressionario; il consistente gradiente barico generò forti venti settentrionali in particolare sul Piemonte, la Lombardia e la Liguria, mentre imponenti fenomeni temporaleschi interessarono le regioni orientali con trombe d'aria, grandinate e tempeste di vento. Oltre la Romagna, dove si manifestarono i danni più gravi, risultarono interessate dai nubifragi la bassa pianura bresciana, la zona del Lago di Garda, il Trentino e tutta la fascia costiera da Venezia ad Ancona.

Mario Cervi, corrispondente all'epoca del Corriere della Sera, ospite del Grand Hotel di Rimini descrisse così l'evento " ….vi era un caldo afoso insopportabile, il cielo era coperto ma non minaccioso; improvvisamente una nube plumbea proveniente dal mare cominciò a correre verso la costa a velocità incredibile e in pochi istanti si scatenò il finimondo"; erano da poco passate le 19.00 quando le raffiche di vento registrate dall'osservatorio meteorologico dell'aeroporto di Rimini Miramare toccarono i 58 nodi corrispondenti a 104,4 Km/h ,(undicesimo grado Beaufort). Alle 19.30, sotto la spinta del vento, un muro d'acqua di oltre due metri si alzò dal mare, scavalcò la spiaggia e si riversò sul Riminese cancellando gli stabilimenti balneari e devastando alberghi, negozi e abitazioni lungo tutta la fascia prospiciente il litorale; numerose imbarcazioni furono scaraventate sulle banchine dei porti e frammenti delle attrezzature degli stabilimenti balneari furono ritrovate a parecchi chilometri dalla spiaggia.

Il racconto di Giorgio Cappelli, meteorologo riminese visto da Rimini sud: mattinata e pomeriggio vento da Est, poi leggero da Ovest, temperatura massima +31.
Dalle 14 alle 17 si vede qualche piccolo cumulo estivo verso S.Marino (SSO).
Poi il cielo si vela da striature bianche che si tingono sempre più di scuro (sembravano frutto del gran caldo).
Alle 17,30/18 nubi estive alte da NO oscuravano il cielo.
Verso le 18/18,30 si iniziano a sentire tuoni dalla parte del Grattacielo (Nord); ma nel complesso non sembrava molto brutta la situazione, e non faceva certo prevedere ciò che si sarebbe scatenato di li a poco, ma solo un piccolo acquazzone, ed un po di vento da Nord. Verso le 19 si inizia a delineare una colonna di nubi orizzontale bassa da Ovest fino a Nord. Intanto i tuoni si infittiscono sempre di più. Era ormai certo che di li a poco si sarebbe scatenato un forte temporale con vento impetuoso da Nord.
Preoccupato per mia moglie incinta al settimo mese che lavorava in ufficio in Corso d'Augusto, e che terminava alle 19,30 ed era in bici, inforco la mia, e mi precipito nel suo ufficio strappandola quasi di forza alle scartoffie, intimandole di venire subito via verso casa, senza perdere tempo. A 100 mt da casa si scatenò la bufera, ma ormai eravamo in salvo.
Alle 19,15 già quella colonna bassa orizzontale di nubi era sopra sulla verticale. Il buio era quasi completo, sebbene il sole dovesse ancora tramontare. Alle 19,20 fortissimo il vento da NO e pioggia fortissima fino alle 19,50.
Il frastuono in casa era fortissimo; le serrande chiuse sembravano essere divelte da un momento all'altro; ne tenevo aperta solo una a Sud per non perdermi lo spettacolo. Il vento ciclonico da uragano rinforzava ruotando leggermente da NO, a N, a NNE, a NE, mentre la pioggia ed i lampi diminuivano d'intensità.-
Alle 22,30 si era calmato quasi del tutto. Pioggia accumulata mm 45.
Alla radio ( La TV non la possedevo ancora) si parlava di danni da Cesenatico ad Ancona per miliardi di lire: tetti scoperchiati, alberi divelti, colture distrutte, stabilimenti balneari spazzati via. Vento a 140 kmh e mare forza 10.
Purtroppo si contarono una dozzina di morti. All'interno il fortunale colpi in maniera meno violenta.-


Nelle analisi della temperatura dell'8 e 9 giugno a 850 hPa si evidenzia lo sfondamento dell'aria più fredda sul nord Italia dopo la fase calda (da wetterzentrale.de)

Alcune immagini della costa dopo la tempesta: nell'ordine Cattolica, Riccione (2) e Viserba immagini di Foto Riccione e Resto del Carlino

Di seguito due fotografie scattate presso il porto di Riccione da Epimaco Zangheri (Pico)

 

 


Informazioni tratte da:

Corriere della Sera 10/06/64
Resto del Carlino 10/06/94 e 08/06/94

Elaborazione testi a cura di Marco Pifferetti