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Una scomoda verità nove anni dopo

Nel 2006 usciva Una Scomoda Verità (An Inconvenient Truth) film-documentario sul problema mondiale del riscaldamento globale, diretto da Davis Guggenheim, e avente quale protagonista l'ex vicepresidente degli Stati Uniti d'America, Al Gore. Film molto discusso, oggetto di numerosi premi, ma anche di un processo presso l'Alta corte Inglese che stabilì che il film pur essendo largamente accurato si muoveva in un contesto di allarmismo e che per la presenza di accuse di immobilismo all'amministrazione Bush non era solo un documento scientifico, ma anche un film politico.
A distanza di anni me lo sono riguardato, con l'intento di fare una valutazione più a freddo.
Gli errori scientifici contestati furono di fatto demoliti, ma credo che Al Gore abbia commesso diverse leggerezze che poi sono state opportunamente usate dai negatori del GW nelle loro battaglie.
Leggerezze solo in parte giustificabili dal fatto che il documentario era rivolto a un pubblico di non addetti ai lavori. Avrebbe potuto spiegare meglio, ad esempio, la correlazione tra variazioni di CO2 e temperatura globale durante i cicli glaciali, evitando di essere poi contestato sul fatto che le variazioni termiche sembrano precedere quelle di CO2 o, ad esempio, quantificando in modo più chiaro i tempi ipotizzati di un innalzamento catastrofico dei livelli oceanici evitando ai buontemponi di oggi di dire che Venezia c'è ancora in barba all'IPCC….


Paradossalmente la parte del documentario che sembra aver avuto più successo mediatico a distanza di tempo, è l'ipotesi di blocco della Corrente del Golfo causa fusione dei ghiacci Groenlandesi; oggi sono proprio gli scettici del riscaldamento globale a evocarla come imminente, nonostante i ghiacci groenlandesi siano ancora, per fortuna, in gran parte, lì, e la Corrente del Golfo goda buona salute.


Marco Pifferetti luglio 2015